Progetto Leonardo Engineering
Progetto leonardo engineering
effettua il calcolo della resistenza al sisma di
edifici esistenti sia in muratura che in
calcestruzzo armato generando le ipotesi di
intervento per l’adeguamento antisismico.
Link utili:
I Terremoti in Italia
L'Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste
due placche causa l'accumulo di energia e deformazione cheoccasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.
Progettazione di miglioramento o adeguamento sismico
La conoscenza nel grado di resistenza alla richiesta di duttilità del sisma, è sterile se non si procede all'adeguamento strutturale
dell'esistente.
Progetto Leonardo Engineering propone soluzioni progettuali per l'adeguamento e la miglioria sismica, adottando tecniche innovative e
tradizionali (cerchiatura con fibra di carbonio di pilastri, inserimento di lamine controventanti, riquadratura di fori di parete con telai
strutturali, tirantature a scomparsa, connessioni di elementi strutturali prefabbricati, etc.).
Una buona progettazione antisismica può portare migliorie e gradi di sicurezza rilevanti a bassi costi.
Nuove norme tecniche
DECRETO-LEGGE 6 giugno 2012, n. 74
Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna,
Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012.
Classificazione sismica in Italia
Le prime norme in materia sono: Legge 5 novembre 1971 «Norme per la disciplina delle opere in
conglomerato cementizio,normale e precompresso ed a struttura metallica» e la Legge 2 febbraio
1974 n.64 «Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche»
(Gazzetta Ufficiale 21 marzo 1974 n.76). Il D.M. LL.PP. del 19 marzo 1982, classificava in modo
molto generico il territorio nazionale in aree a basso e ad alto rischio sismico. Oggi sono in vigore le
nuove norme NTC 2008 che definiscono in maniera diversa la sismicità di ciascuna zona d'Italia.
Con l'ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003, aggiornata al 16/01/2006 con le indicazioni
delle regioni, venivano delegati gli enti locali ad effettuare la classificazione sismica di ogni
singolo comune, in modo molto dettagliato, al fine di prevenire eventuali situazioni di danni a edifici
e persone a seguito di un eventuale terremoto. Inoltre, in base alla zona di classificazione sismica, i
nuovi edifici costruiti in un determinato comune, così come quelli già esistenti durante le fasi di ristrutturazioni, devono adeguarsi alle
corrispondenti normative vigenti in campo edilizio.
Secondo il provvedimento legislativo del 2003, i comuni italiani sono stati classificati in 4 categorie principali, in base al loro rischio
sismico, calcolato in base al PGA (Peak Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo) e per frequenza ed intensità
degli eventi. La classificazione dei comuni è in continuo aggiornamento man mano che vengono effettuati nuovi studi in un
determinato territorio, venendo aggiornata per ogni comune dalla regione di appartenenza.
Zona 1: sismicità alta, PGA oltre 0,25g. Comprende 708 comuni.
Zona 2: sismicità media, PGA fra 0,15 e 0,25g. Comprende 2.345 comuni (in Toscana alcuni comuni ricadono nella zona 3S che ha lo
stesso obbligo di azione sismica della zona 2).
Zona 3: sismicità bassa, PGA fra 0,05 e 0,15g Comprende 1.560 comuni.
Zona 4: sismicità molto bassa, PGA inferiore a 0,05g. Comprende 3.488 comuni.
Tra esse la zona 1 è quella di pericolosità più elevata, potendosi verificare eventi molto forti, anche di tipo catastrofico. A rischio
risulta anche la zona 2 (e zona 3S della Toscana), dove gli eventi sismici, seppur di intensità minore, possono creare gravissimi danni.
La zona 3 è caratterizzata da una bassa sismicità, che però in particolari contesti geologici può vedere amplificati i propri effetti, come
nel caso del terremoto di Tuscania del 1971 (il comune è classificato in tale zona). Infine, la zona 4 è quella che nell'intero territorio
nazionale presenta il minor rischio sismico, essendo possibili sporadiche scosse che possono creare danni con bassissima probabilità.
La normativa precedente sulle costruzioni in zona sismica (D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996) suddivideva il territorio nazionale nelle
seguenti zone sismiche:
zona di I categoria (S=12)
zona di II categoria (S=9)
zona di III categoria (S=6)
zona non classificata.
Il D.M. 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni) ha introdotto una nuova metodologia per definire la pericolosità
sismica di un sito e, conseguentemente, le azioni sismiche di progetto per le nuove costruzioni e per gli interventi sulle
costruzioni esistenti. Il territorio nazionale è stato suddiviso mediante una maglia di punti notevoli, al passo di 10 km, per ognuno dei
quali sono noti i parametri necessari alla costruzione degli spettri di risposta per i diversi stati limite di riferimento (tra i quali, la già
citata PGA). Mediante un procedimento di interpolazione tra i dati relativi ai quattro punti del reticolo più vicini al sito in esame, è
possibile risalire alle caratteristiche spettrali specifici del sito stesso, necessari come dati di input per la progettazione strutturale. Tra
le critiche avanzate rispetto alla metodologia descritta, si evidenziano le seguenti:
eccessiva complessità del metodo, rispetto alla modellazione di un fenomeno che, ad oggi, è caratterizzata da un elevato grado di
aleatorietà e convenzionalità;
possibili incongruenze tra la "vecchia" classificazione (O.P.C.M. 3274), tuttora vigente ai fini amministrativi, e la nuova metodologia
di calcolo dell'azione sismica. Ad esempio, in alcuni comuni precedentemente classificati in zona 4, la PGA calcolata secondo il D.M.
14 gennaio 2008 supera 0,05 g.
In seguito alla nuova classificazione, tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione della Sardegna, risulta a rischio sismico; in
tutto il territorio nazionale vige quindi l'obbligo di progettare le nuove costruzioni e intervenire sulle esistenti con il metodo di
calcolo semiprobabilistico agli stati limite e tenendo conto dell'azione sismica. Limitatamente alle costruzioni ordinarie presenti
nei siti ricadenti in zona 4, la norma consente l'utilizzo della "vecchia" metodologia di calcolo alle tensione ammissibili di cui al D.M.
16 gennaio 1996, ma obbliga comunque a tenere conto dell'azione sismica con l'assunzione di un grado di sismicità convenzionale
S=5.
SISMA EMILIA, VERIFICHE SISMICHE PER MUSEI D’ITALIA
Dopo il terremoto in Emilia, il ministero dei beni culturali ha avviato un piano di verifiche sismiche per piu' importanti musei e
contenitori d'arte italiani. Lo rivela all'ANSA il segretario generale del ministero dei beni culturali Antonia Pasqua Recchia, precisando
che le verifiche riguardano le strutture piu' importanti sul territorio italiano, quaranta in tutto.
RELAZIONE SISMICA:
VERIFICHE DI IDONEITA’ STATICA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI NEL COMUNE DI VILLAFRANCA PADOVANA
A SEGUITO DEGLI EVENTI SISMICI RILEVANTI DEL 20 E 29 MAGGIO 2012 CON EPICENTRO IN EMILIA
ROMAGNA